Oasi di cura

Martedì 8 maggio 2018 si è tenuta l’inaugurazione di una nuova unità di cura specializzata alla quale è destinata la continuità di un percorso di presa a carico di qualità nell’evoluzione della malattia di demenza in fase avanzata, caratterizzata da un importante decadimento fisico e cognitivo.

Il nostro progetto si inserisce in un contesto sanitario e politico che, attraverso le strategie cantonali sulle demenze e sulle cure palliative, intende offrire la miglior qualità di vita possibile garantendo cure specialistiche di qualità anche in quest’ultimo stadio di malattia coinvolgendo e supportando le persone che ruotano attorno al residente.

Il fine è quello di aumentare la comprensione e la conoscenza di questa malattia perché venga garantito un accesso a ogni stadio della stessa attraverso offerte mirate volte al mantenimento di una qualità di vita dignitosa.

Tale reparto tiene in considerazione le caratteristiche peculiari dell’approccio palliativo integrandole con le caratteristiche dell’approccio geriatrico, mantenendo uno sguardo sistemico e attento al residente e alla sua storia di vita. In questo contesto occorre porre attenzione ai sintomi, ai bisogni e al coinvolgimento dei familiari in un processo costante di informazione a favore della comprensione della malattia e del rispetto dell’identità del proprio caro, che è fondamentale soprattutto in assenza di direttive anticipate.

La struttura ambientale che si vuole dare a questo nuovo reparto prende spunto dalle “Oasi di cura” che sono una realtà sanitaria già conosciuta soprattutto nella Svizzera tedesca, in Germania e nel Nord d’Italia (ci ispiriamo al modello della casa di cura Sonnweid di Wetzikon), che noi abbiamo adattato alla nostra realtà.

La peculiarità di questo reparto consiste in uno spazio di vita comune che accoglie otto residenti consentendo una sorveglianza continua dell’utenza, erogando prestazioni di cura che favoriscono in particolar modo la stimolazione sensoriale. Questo spazio vuole anche essere un luogo di vita non solo per i residenti ma anche per le persone che nei vari momenti vi abitano, quindi parenti e personale, rafforzando la conoscenza e l’alleanza terapeutica.

I residenti di questo reparto si trovano a vivere una riduzione di movimento e l’allettamento che ne consegue è fonte di un’importante privazione di stimoli e isolamento, una sorta di nebbia sensoriale nella quale la persona perde la percezione del proprio corpo, dell’ambiente, del tempo. In caso di perdita o riduzione della propria attività, l’ambiente non offre abbastanza varietà perché la persona si senta “vivere”. Il quadro omogeneo, l’uniformità di tutti gli ambiti percettivi portano a una riduzione della vitalità.

Gli stimoli che naturalmente arrivano da un ambiente così progettato vede queste persone inserite in una dimensione di vita comunitaria e usuale nel valore della semplicità del percepire la presenza e le attività che si svolgono, i profumi di cucina, che scandiscono il tempo in un ambiente il più possibile casalingo e quindi a loro familiare.

Gli spazi, i mobili, gli impianti sono così stati minuziosamente studiati ponendo anche attenzione a garantire comunque l’individualizzazione delle cure, il rispetto della privacy e a favorire un controllo dinamico della sovrastimolazione derivante dai rumori.

La struttura è dotata di un soffitto fonoassorbente e di un impianto di areazione per contrastare i cattivi odori, di un camino a luci led, di un bagno terapeutico e di uno spazio polivalente fruibile per la stimolazione multisensoriale oppure per l’accompagnamento individualizzato.

Il personale che opera in questa struttura è stato formato grazie a stages mirati in strutture svizzere e dell’Alto Adige così da rispondere sempre meglio a livello multidisciplinare alla specificità dei bisogni attraverso programmi, processi, attività.

Le linee guida per il trattamento dei disturbi neuropsichiatrici nella demenza raccomandano l’attenzione ad un approccio anche non farmacologico quale ad esempio la stimolazione sensoriale. Già ora nella casa operano una cromoterapista, un musicoterapista, il personale curante è stato formato sulla stimolazione basale e grande attenzione è sempre stata posta alla comunicazione.

La comunicazione verbale di queste persone è gravemente compromessa, i messaggi vengono trasmessi con i gesti e la comunicazione corporea: va riconosciuto che il corpo e i sensi divengono il canale privilegiato di incontro e di relazione in grado di suscitare emozioni.

Ecco quindi perché un’Oasi di cura, un reparto dedicato ai nostri residenti più fragili, più delicati, più vulnerabili, affinché non siano mai più soli, dove lo spazio è concepito per riappropriarsi dei ritmi della vita, dove i colori sono sempre caldi ed accoglienti, dove i gesti premurosi del personale possono soddisfare con prontezza e competenza i loro bisogni, dove l’individualizzazione della presa a carico trova cittadinanza e dove i parenti possono individuare un luogo di accoglienza e di confronto.

Uno spazio evocativo che stimola ancora le potenzialità residue della persona, terapie non farmacologiche che mirano al benessere individuale, l’assenza di fattori di disturbo, un uso equilibrato delle luci attraverso un complesso sistema di illuminazione al LED biodinamico che asseconda i ritmi circadiani, spazi di incontro riscaldati dal camino e materiali naturali, una mobilità totale degli arredi per rendere più fruibile il luogo di vita.

L’obiettivo dell’assistenza non è più solo quello di mantenere la salute fisica e mentale del residente, ma l’orientamento primario mira a stimolare ogni forma di comunicazione, la creazione e il mantenimento di relazioni sociali personali nonché un’accresciuta sicurezza.